Punto zero wine

Il territorio da bere: il gusto, quali sensazioni ricercare in un vino

Potremmo dirvi di aver conosciuto Marcella Toffano durante un evento in enoteca, raccontando i suoi prodotti a chi si approcciava al territorio dei Colli Berici per la prima volta. La verità è che abbiamo conosciuta Marcella e i suoi vini in una sera, girando il cavatappi del suo vino aprendo la bottiglia e lasciando che quel mix di vino con suoi profumi facesse il suo corso lungo la gola, goccia dopo goccia.

Quando assaggi un vino per la prima volta, provi a immaginarti l’artista dietro il calice, convinto che quel nettare racconti di più del solo territorio.
Abbiamo pensato a un coltivatore fuori dagli schemi comuni, uno di quelli che se la rischia e cambia rotta perché l’istinto gli dice che quella è la strada giusta, anche se più impervia.

Ci siamo immaginati uno di poche parole, tanto introspettivo quanto sornione.
Non sbagliavamo, anzi ci sbagliavamo di una cosa che il tutto deve essere rapportato al femminile.

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Marcella Toffano e i suoi vini

Marcella Toffano è proprio così, sincera e generosa come i suoi vini, egregi rappresentanti dei berici con un carattere indipendente e una firma inconfondibile. L’azienda nasce dall’amore di suo marito per la natura, il territorio e lo scorrere delle stagioni.

La sua volontà, ora rappresentata dalla nuova generazione che opera al suo fianco, come il nipote Andrea e le figlie, di fare conoscere i loro vini a livello internazionale, con coscienza di un luogo complice nella buona riuscita di ogni bottiglia.

Proprio qui, a Lonigo, in provincia di Vicenza, sono situate le sue vigne di Tai, Carmarere, Pinot Bianco, Merlot e Cabernet Sauvignon, i suoi vini vogliono essere il più naturali possibili, con una ricercatezza in tutte quelle che sono le fasi della produzione, dalla vigna all’imbottigliamento, grazie all’enologo Celestino Gaspari.

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Abbiamo chiesto a Marcella, incontrandola al Vinataly:

Oggi si è persa molta della tradizione italiana legata al lavoro agricolo. La natura, la terra, nel millennio del consumo di massa, nell’epoca della velocità e del sapere globale, hanno ancora qualcosa da insegnare?

Certo, sono valori fondanti, soprattutto per un Paese come l’Italia che potrebbe fare delle sue peculiarità enogastronomiche, insieme alle bellezze artistiche, una grande risorsa. L’Italia potrebbe essere un Paese in salute economica vivendo di esportazione di prodotti agricoli ed “importazione” di turisti; tutto il mondo invidia le nostre bellezze naturali e storiche, la ricchezza e la varietà dei nostri prodotti agricoli, che siano vino, formaggi, salumi, ed è paradossale che siamo proprio noi a non saperci valorizzare.

Marcella so che per Lei, nel suo lavoro, due sono le parole chiave: “rispetto” e “libertà”. Ci spiega perché?
Beh, non solo nel mio lavoro ma nella mia vita. In parte ciò mi è stato insegnato proprio dal mio lavoro: se le rispetto, le mie vigne restituiranno qualità, longevità, salute; la stessa cosa accade con le persone: se rispettiamo gli altri, senza pregiudizi, sarà più facile ricevere rispetto, affetto e amicizia.
Per “libertà” intendo soprattutto libertà mentale, di pensiero, quella che ci ha permesso di uscire dalla tradizione e fare vini come il Tai un vino di grande piacevolezza, leggermente dolce, lo definerei elegante e. poi il Carmanere un vino rosso che aggredisce, nel contempo semplice da abbinare. Entrambi sono vini fortemente legati al territorio ma nel momento della loro produzione erano sicuramente qualcosa di raro e singolare.

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Cosa manca nel territorio italiano?
La cultura di raccontare, quando mi trovo di fronte a una bottiglia di vino, vorrei capire cosa c’è al di là della bottiglia stessa. Quando mi chiedono di un vino, vorrei riuscire a raccontarlo, non pretendo di educare nessuno. Ma solo condividendo una storia, un territorio, una bevuta, un bel piatto e tante chiacchiere, chi ascolta vuole emozioni.

Qual è il “peso” delle attività internazionali oggi sul Suo business?

La percentuale, come è normale che sia, cambia un po’ ogni anno ma in linea generale le posso dire che le attività estere pesano fra il 65% ed il 70% sul totale del nostro fatturato.

Quale metodologia di ingresso ha adottato per fare business all’estero ed in quali mercati siete oggi presenti?

Oggi ci avvaliamo del supporto di partner locali (importatori e distributori), in Italia invece operiamo attraverso la nostra rete di agenti.

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Quali sono i Vostri piani futuri di sviluppo? Avete già in mente nuovi mercati da conquistare?

Non posso che rispondere che il nostro obiettivo ultimo è conquistare i mercati di tutto il mondo, non ci poniamo alcun limite.

Per concludere, una domanda più “leggera”: si immagini nella Sua azienda, al termine di una giornata di lavoro, degustando un calice dei suoi Tai e Carmarere, a quali attori potrebbero essere paragonati?

Il Tai all’eleganza di Penelope Cruz, mentre il Carmarere potremmo tranquillamente abbinarlo a Jack Nicholson, dal carattere aggressivo.

E’ un mondo bellissimo quello che gira attorno a Lonigo, quello con i percorsi tracciati dai vigneti dell’azienda Punto Zero Wine. Un luogo da scoprire e assaggiare, abbandonandovisi completamente.
Ne varrà la pena.

www.puntozerowine.it

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